Rassegna Stampa - IL GIORNO 29 maggio 2014
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- Categoria: Pari opportunità
- Pubblicato Venerdì, 30 Maggio 2014 11:06
Lodi, 29 maggio 2014 - «Hadir significa ‘suono armonioso’: è giusto ricordarla sulla terra in un luogo armonioso».
Ieri mattina, alle 11, le compagne dell’Einaudi di Hadir Abdel Raman, morta con la madre e due fratelli nel rogo della propria abitazione a Salerano il 3 febbraio 2013, prima che l’assessora Erika Bressani scoprisse la lapide con la quale il Comune le ha intitolato il giardino di via Spezzaferri, nei pressi dell’istituto, l’hanno ricordata con commozione: «Era una ragazza gentile, sempre sorridente e disponibile; amava il blu e il viola e il nero che faceva risaltare i suoi occhi. Guarda il video dell'innaugurazione - TelePace Lodi
Era al quinto anno dei servizi turistici e voleva trovarsi subito un lavoro e prendere la patente ma anche andare all’università e occuparsi poi di pubbliche relazioni. Proprio un paio di giorni prima di morire ha avuto un presagio: aveva paura di non riuscire a realizzare i suoi sogni».
«L’abbiamo accolta e amata all’Einaudi come qualsiasi studente straniero — ha sottolineato la preside, Virginia Vitale : per noi scuola vuol dire inclusione». Per la cerimonia, che i ragazzi hanno arricchito con musiche (col maestro Franco Versetti e la docente Patrizia Baldrighi) e balli (One billion rising con Snoq Lodi), erano presenti tantissimi studenti di tutte le età: i bambini della Vertua Gentile di Codogno (reduci dal viaggio a Roma di lunedì, dove hanno ritirato il primo premio del concorso nazionale “Sulle vie della parità”proprio per il progetto “Il Giardino di Hadir”), il liceo Vegio e la media Cazzulani.
Le scuole sono approdate al giardino del quartiere San Bernardo dopo aver fatto tappa in acune delle vie intitolate alle donne, solo 17. Grazie alla collaborazione con CicLodi, la 3A del Cazzulani ha infatti distribuito ieri la mappa della toponomastica femminile urbana realizzata con 6 percorsi ciclabili e le schede ricche di cenni biografici delle intitolazioni a cui ora si aggiunge il parco Hadir. «L’emancipazione passa anche attraverso il riconoscimento del ruolo delle donne» ha sottolineato Bressani, prima di scoprire la lapide. Il progetto è stato promosso dalle docenti Danila Baldo, Maria Grazia Borla, Claudia Braida (Vegio), Giordana Pavesi, Patizia Baldrighi (Cazzulani), Venera Tomarchio (Vertua), Valeria Savoca (Novello), Daniela Verdi, Elvira Risino, Nico Galmozzi, Angelica Catalano (Einaudi).
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