Rassegna Stampa “ Il Cittadino “ del 5 giugno 2018

Un bar-laboratorio: l’”invenzione” dell’Einaudi

Inaugurato il nuovo spazio che si aprirà anche al quartiere
Preparare cappuccini e caffè, scaldare le brioche e allestire un aperitivo non sarà più un problema.

Soprattutto per chi ha scelto di fare dell’addetto alla sala bar la professione della sua vita e fino a ieri era costretto ad imparare in una stanzetta.Finalmente, ora gli studenti dell’Einaudi hanno a disposizione una sala bar seria per fare i laboratori. E l’obiettivo dell’istituto guidato dal preside Francesco Terracina e dalla vice Emanuela Maffeo è di far diventare la nuova area uno spazio multifunzionale per convegni, eventi, presentazioni di libri o incontri con gli autori.

Intitolata a Luisa Pancotti, ex insegnante, guida e amica per centinaia di alunni e professori, la sala bar è stata inaugurata alla presenza dei docenti, degli studenti, dei familiari e delle autorità. Sugli scudi, gli alunni che si sono prestati all servizio di ristorazione, felici di poter usufruire di questo nuovo spazio. «Prima - annotano Giuseppe Mazzitelli di Zelo e Ronaldhino Stoia - avevamo una piccola stanzetta per il nostro laboratorio. Questa della nuova sala bar è stata una bella idea». La festa è stata anche l’occasione per premiare i 41 alunni che lo scorso anno sono usciti dall’Einaudi con la media dell’8.

L’inaugurazione della sala bar ha aperto però il discorso su un altro scenario, ben più impegnativo e ambizioso, eppure necessario «La nostra scuola accoglie ben 650 ragazzi suddivisi nell’indirizzo turistico, economico e socio sanitario - spiegano dall’Einaudi -. Abbiamo 30 classi e non possiamo più allargarci, nonostante le richieste perché non abbiamo spazi. Per questo chiediamo una sede nuova. Siamo costretti poi a essere suddivisi su tre sedi, in due palazzine qui a in via Spezzaferri e poi in viale Vignati, sopra la scuola media Cazzulani. Tutti i nostri spazi sono occupati dalle aule, non abbiamo spazi per i laboratori, tranne l’aula 3.0. Se avessimo la cucina potremmo aprire anche l’articolazione alberghiera classica, a Lodi non c’è. Gli studenti devono emigrare e la richiesta è alta». La richiesta è lanciata: e il sindaco Casanova la raccoglie, promettendo che si cercherà di individuare una soluzione.